Messaggio di S.A.R. principe Amedeo di Savoia del 18 marzo 2017

Messaggio di S.A.R. il principe Amedeo di Savoia

all’Unione Monarchica Italiana in occasione della manifestazione a ricordo della scomparsa di S.M. il Re Umberto II.

 

Presidente!

a Lei, all’ Unione Monarchica, alle Autorità, a tutti i partecipanti alla manifestazione che avete promosso oggi in Roma, nel nome del Re , nel giorno anniversario della Sua scomparsa, giunga il mio sentito, caloroso, fervido pensiero augurale.
Rappresentato da mia figlia Mafalda, desidero, insieme a Voi, inchinarmi alla memoria del Re Umberto II: egli fu e avrebbe potuto continuare ad essere un grande Capo dello Stato, legato alla tradizione e aperto alle novità del suo tempo.
Ma la Monarchia cadde – invece – perché ad essa e ad essa sola si vollero attribuire colpe e responsabilità per lo meno non solo sue. La Storia – quando si sarà affrancata dai giudizi contingenti della politica – saprà fare giustizia.
Dobbiamo però avere coscienza che celebrazioni e recriminazioni resterebbero vuota retorica se non costituissero motivo di riflessione e ispirazione per il futuro.
Dobbiamo perciò costatare, a settant’anni di distanza, la crisi dello Stato, la dissoluzione dei suoi poteri e la loro pericolosa contrapposizione, la rinascita di rivendicazioni localistiche, la corruzione diffusa, le difficoltà economiche che colpiscono soprattutto i più deboli e i più indifesi, la crescita esponenziale del debito pubblico che pesa e peserà sempre più sui nostri figli, l’insensibilità verso gli enormi problemi dell’insegnamento scolastico e universitario, l’insicurezza che caratterizza la vita quotidiana di ciascuno di noi.
Non mi stanco e non mi stancherò mai di ripetere che senza la rifondazione dello Stato non può esistere la possibilità e la capacità di realizzare quelle riforme politiche economiche e sociali tanto invocate quanto disattese.
Rivendichiamo – dunque – il nostro diritto-dovere di indicare nella Monarchia il luogo spirituale di tutti gli italiani, il legame insopprimibile tra il nostro passato e il nostro avvenire.
Rivendichiamo il nostro diritto-dovere di batterci liberamente, democraticamente, apertamente, nel rispetto dei nostri ordinamenti civili, per un cambiamento morale e istituzionale.
Rivendichiamo il nostro diritto-dovere di propugnare intanto l’abolizione dell’art.139 della Costituzione.
Rifiutiamo l’idea che la storia non consenta alternative.
Rifiutiamo l’idea che esistano regimi eterni per decreto: tra un giorno o tra un secolo il popolo sovrano deve avere la possibilità di scegliere.
Io, mio figlio Aimone, mio nipote Umberto siamo e saremo sempre al servizio della libera volontà degli Italiani.
Desidero – per concludere – ripetere, oggi, a tutti Voi, l’ appello che il Re Umberto II rivolse, molti anni orsono, ad una Assemblea del Fronte Monarchico Giovanile:
” …sia guida e sigillo del vostro impegno il grido che tutti ci unisce: viva l’Italia”.
Grazie e buon lavoro.

Castiglion Fibocchi, 18 marzo 2017

Amedeo di Savoia

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