Il Santuario Reale di Vicoforte

di Andrea Coda

La costruzione del pilone che diede origine Santuario si colloca intorno al 1500. La tradizione ci tramanda dice che esso fu l’omaggio di un pio fornaciaio, suggeritogli dalla figlia, per ottenere dalla Vergine la grazia di una buona cottura dei mattoni.  L’ immagine rappresenta Maria in atteggiamento materno con il Bambino, realizzata da un pittore di scuola locale il cui nome rimane incerto. Nel 1592 lo sparo di un cacciatore, Giulio Sargiano, colpì inavvertitamente la sacra immagine, nascosta dalla boscaglia e dagli arbusti. Da questo fatto nacque la prima devozione, con umili atti di omaggio della popolazione di Vico, in riparazione all’affronto, anche se incolpevole.

Nel 1594 attorno al pilone fu costruita grazie al diacono Cesare Trombetta, una prima cappella in ringraziamento alla Madonna per la liberazione di Vico da una pestilenza.
Nel 1595 il Vescovo di Mondovì mons. Giovanni Antonio Castrucci commissionò una severa inchiesta sulla devozione alla sacra immagine e sui fatti prodigiosi che erano avvenuti, ma alla fine autorizzò la devozione e venne lui stesso in pellegrinaggio con la popolazione della città, inaugurando un tradizione tuttora in atto. In appena sei mesi oltre 500 città e borghi vennero alla Madonna. Grazie a tutto questo la valle dell’Ermena era invasa di migliaia di pellegrini, non solo gente povera provata dalla fame e dalla fatica, ma anche principi, duchi e signori. La grande quantità di questi pellegrini diede l’idea al Vescovo di creare tempio per accoglierle. Il progetto venne assecondato dal Duca Carlo Emanuele I di Savoia, il quale pensò alla chiesa come luogo di sepoltura del casato.  Fu lo stesso Carlo Emanuele I, a scegliere il progetto  dell’architetto Ascanio Vitozzi, che prevedeva la forma ad ellissi.

La posa della prima pietra del nuovo grandioso tempio avvenne in forma solenne il 7 luglio 1596. Partecipò la famiglia ducale, parecchie decine di migliaia di persone insieme a centinaia di confraternite e associazioni religiose. Nel 1615 con la morte dell’architetto, i lavori rallentarono fino a essere sospesi in seguito alla morte del Duca nel 1630. La costruzione riprese nel 1672 sotto la guida dei monaci cistercensi, che si erano insediati, a partire dal 1613, chiamati dal Duca, nel vicino monastero.  Alla fine del ‘600 erano compiuti l’atrio principale, i due atri laterali e la cappella di S. Bernardo, nella quale si era potuto trasportare la salma di Carlo Emanuele I ed era quasi terminata la cappella di S. Benedetto, terminati il campanile di nord est, la sacrestia e la volta dell’abside. La costruzione era giunta a 18 metri e mezzo di altezza, compresi gli archi. Grandi feste in occasione dell’ incoronazione nel 1682: per la prima volta risuonò l’invocazione “Regina Montis Regalis, ora pro nobis”. Nel 1701 Francesco Gallo, architetto monregalese riprende i lavori nel santuario. Il possente tamburo che sorregge la cupola ellittica ( l’altezza alla base del cupolino è di 60 metri ) fu costruito nei primi anni del Settecento e si erge imperioso a definire il corpo centrale della splendida costruzione. L’enorme cupola, la più grande del mondo in forma ellittica ( metri 37.15 per 24.80 ), fu costruita nel 1731. L’ardito cupolino ( alto 15 metri ) fu terminato nel 1733.  Fu dichiarato monumento nazionale con regio decreto del 15 novembre 1880.

Il riconoscimento giunse al termine di una intensa stagione di lavori che vide la sistemazione definitiva delle facciate principale e di ponente, la copertura della cupola in rame e l’adattamento dei campanili, per i quali concorse con un progetto anche l’architetto Antonelli. Opere tutte chiaramente segnate dallo spirito e dallo stile del tempo. All’inaugurazione dei nuovi lavori, tra cui il monumento al duca Carlo Emanuele I, opera dello scultore Della Vedova, partecipò il Re Umberto I.

Tra il 1982/84  furono realizzati due cantieri di lavoro  per il risanamento del terreno e delle fondazioni, con restauro dei cunicoli per il drenaggio delle falde d’acqua, mentre tra il 1985/86 si è proceduto al restauro della struttura e del campo pittorico.  La cupola all’altezza del tamburo è stata cerchiata con quattro anelli in acciaio e le fessure suturate con resine. In concomitanza si è restaurato il grande affresco ( 6032 mq. di superficie ). Nel Santuario il 15 dicembre 2017  è stata traslata da Montpellier la salma di Elena di Montenegro, seconda regina d’Italia e consorte del re Vittorio Emanuele III.

Due giorni dopo, a fianco della moglie è stata tumulata anche la salma di Vittorio Emanuele III, proveniente dalla cattedrale cattolica latina di Alessandra d’Egitto.

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